
Psicoterapia

Sostegno alla genitorialità

Terapia del divorzio

La nascita del primo figlio è un evento senz’altro emozionante, sia per le coppie che hanno avuto la fortuna di avere subito una gravidanza, che per quelle che hanno dovuto faticare un po’ per arrivare al tanto atteso traguardo.
La natura ci ha fornito un tempo sufficientemente lungo per abituarci all’idea che stia arrivando una nuova vita facendo sperimentare alla coppia i primi cambiamenti: i mutamenti corporei, i possibili sintomi connessi, la necessità di iniziare a scandire il tempo in funzione della nuova condizione; ma è anche vero che spesso questi nove mesi non permettono di capire quali saranno i nuovi risvolti.
Sperimentare delle difficoltà in concomitanza con la nascita del primo figlio è assolutamente normale.
Ciò non significa che la gravidanza non sia stata desiderata a sufficienza o che non saremo buoni genitori ma, come per ogni transizione, che c’è periodo di un tempo di assestamento.
La transizione alla genitorialità, passando dall’essere in due a tre porta con sé alcuni passaggi critici che non devono essere considerati esclusivamente come pericoli ad esito negativo, ma come portatori di un cambiamento.
Sicuramente ci sono degli aspetti che predispongono in maniera più serena la vita di coppia dopo la nascita di un figlio:
La gravidanza porta nella coppia un “terzo” che inserisce cambiamenti nello spazio che fino a quel momento era ad appannaggio esclusivo di due individui che dovranno riuscire ad includere il bambino con tutte le sue esigenze. Quel bambino che per nove mesi è stato tanto “pensato” e “immaginato” presto diventerà realtà, mettendo in discussione gli equilibri emotivi- affettivi- strutturali che la coppia aveva costruito fino a quel momento.
Per fare ciò i futuri genitori si apprestano a preparare un “nido” che possa accogliere il bambino. Questo processo si sviluppa sia sul piano pratico, attraverso la preparazione di uno spazio fisico adatto, che a livello psichico attraverso la strutturazione di una serie di rappresentazioni mentali, di immagini mentali costruite in relazione al “bambino immaginario”.
Nei primissimi mesi pare quasi più semplice integrare e accettare i cambiamenti che porta con sé l’arrivo di un bambino; la coppia comprende più facilmente come debba adeguarsi, sopportando anche i risvolti meno piacevoli.
A volte, però, i problemi maggiori sembrano verificarsi nel tempo, quando questi adeguamenti diventano abitudini spesso poco ben viste da uno o entrambi i partner. Perciò appare essenziale mettere in atto alcuni accorgimenti per aiutare la coppia a reggere l’urto, evitando che la solidità e il benessere inizino a vacillare.
Può sembrare banale ma la qualità della comunicazione è forse l’aspetto principale.
Parlo di qualità perché tutte le persone, in linea di massima, parlano ma è importante il modo in cui si fa. Avere una comunicazione che sia il più possibile chiara e autentica nei contenuti è molto importante, anche se abbiamo il timore che quello che vorremmo dire potrebbe mettere in difficoltà l’altro. L’autocensura non è mai d’aiuto perché se non fa emergere il problema esplicitamente lo farà esplodere per altre vie e con esiti peggiori.
La comunicazione, dunque, non dovrebbe essere caratterizzata solo dalle “cose da fare”, ma bisognerebbe imparare ad esprimere sentimenti, emozioni, esigenze individuali e di coppia. Un buono scambio comunicativo non può esimersi da un confronto sulle aspettative reciproche e sui bisogni individuali che ciascuno nutre, i cui tempi e modalità spesso potranno non combaciare.
Con la nascita di un figlio questo punto appare come un miraggio. Se è vero che fisiologicamente i primi mesi possono essere dedicati principalmente alle cure del nuovo nato, al punto dal rendere quasi impensabile trascorrere del tempo libero in sua assenza, questo deve essere ripreso in considerazione con il tempo.
Se è vero che essere in due con due menti differenti può creare dei problemi in questa fase, è anche certo che poter contare sull’aiuto di qualcuno con un vissuto differente può essere anche un’ottima risorsa. Questo soprattutto quando si parla di paure e preoccupazioni che ciascun genitore può sperimentare. Poter contare sul sostegno del partner può alleggerire dalla negatività e dalla fatica di affrontare le sfide quotidiane.
E’ innegabile come la gravidanza e il parto creino delle conseguenze sulla sfera sessuale della coppia, ma il loro consolidamento potrebbe essere un rischio per la solidità della coppia stessa. È importante, dunque, ritrovarsi come amanti ritagliandosi uno spazio, anche costruendo le occasioni adatte. Non aspettate che le situazioni giuste si creino per magia!
I genitori perfetti non esistono. Nessuno è esente dal commettere errori in questo spettacolare compito della vita, reso ancora più complesso con la nascità di un figlio.
Chiedere aiuto è un elemento da tenere sempre in considerazione; un esperto può aiutare il singolo genitore o entrambi ad affrontare e superare i momenti critici, ma tipici e assolutamente normali della transizione alla genitorialità.
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